25.10.03

Ari-levateme la tivvù...

Che l'attorucolo di Centovetrine pubblicizzi il suo personaggio poliziottesco durante la televendita post-Beautiful definendolo "sofocleo" ci può pure stare (sofocleo nel senso di "palloso, borghese e bacchettone" non ha attestazioni a quanto mi risulta, ma la vitalità di una lingua si misura anche in base a queste scosse semantiche sussultorie). Però Francis Ford Coppola che fa dire al Keanu "Da Parigi attraversammo le Alpi per giungere a Budapest" con tanto di tracciato che si disegna sulla cartina e che evidentemente sta passando due km a sud di Amburgo, no, no, no, è troppo. E se anche Coppola può essere considerato italiano come le lasagne del ristorante Puglia a Little Italy - NYC (non provatele, passatemi la solita iperbole sulla fiducia, lo dico per voi), cosa cazzo li doppiamo a fare i film?

Non mi stupisce che tutto ciò mi fosse sfuggito nelle precedenti due visioni draculesche, in quanto troppo impegnata nel tentativo di suggere a monitor i capezzoli del Gary Oldman di una scena precedente. Oggi ero in versione nonna Abelarda, con plaidino, libido allo zero termico e tutti i sensi allertati per la temibile evenienza di incappare nell'Isola dei Famosi in un momento di zapping inconsulto (ci si perde la mano, giuro).

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