29.10.08

Il meme della paura

Per i due lettori che ancora non lo sanno, sono a Roma fino alla fine di novembre. A studiare. Il pane.

Il momento in cui ho capito che Obama poteva vincere è coinciso con questo articolo di Michael Chabon. Da allora mi è stato oltremodo chiaro che il vero ostacolo all'elezione di Obama non erano i conservatori, ma i disfattisti. Quelli che "voto Hillary per non disperdere il voto" (alle primarie?), quelli che "figurati se eleggono un nero negli Stati uniti" (tu chiamale se vuoi: proiezioni...), quelli che "tanto pure se vince lo ammazzano". E ne ho sentiti tanti, anche tra amici e persone che stimo e con cui ho una larga base di opinioni condivise. Sarebbe interessante studiare il meccanismo che porta al fatalismo politico.
Oggi leggo su Gawker un articolo che parte da una frase di Obama, e porta la mia riflessione molto più in là. Copincollo ampi stralci perché merita, ma l'originale, da leggere per intero, lo trovate qui.


There was a tendency in New York, among liberals used to assuming that the elections are all stolen anyway, to assume the Obama campaign was doomed before it began because of his blackness, plain and simple. There was, similarly, a dark speculation, sometimes in the form of macabre joking, sometimes serious paranoia, that Obama would not survive the campaign if he got too close to the prize. What that didn't take into consideration was that as he looked more and more electable, more people liked him. Honestly, some thought Iowans were more likely to shoot him than vote for him. Then he proved them wrong, and the paranoia lifted, slightly. [...]

It's actually kinda shocking how few death threats we've heard about, especially considering the attention this patently ridiculous one received in the media. (Though we'd figure the ATF would be more likely to crow about breaking up an assassination attempt than the Secret Service, who tend to prefer to keep things quiet and not encourage the crazies.) But don't get too complacent! A Missouri Nazi tells The Guardian that a couple more Nazis will still promise to kill Obama, and Andrew Krucoff finds proof that Mississippi is still, you know, Mississippi.
But Obama's right—they're marginalized. The debate's shifted immeasurably, even from a couple years ago. As a fine measure of how far we've come, the GOP has to use code words for "Muslim terrorist" this year instead of just reminding us of his conventional, acceptable Blackness. God bless us all!

Abbiamo tanto stigmatizzato la paura altrui, quella dei medio-borghesi leghisti che votano il partito che promette loro di liberarli dallo straniero cattivo, e poi siamo stati vittime della nostra. Che sarebbe bello capire esattamente qual è. C'è da rifletterci.

14.10.08

Il punto di non-ritorno

Capisci che la possibilità di ritornare ad abitare in Italia si fa realmente esile quando esci di casa indossando, nel pieno delle tue facoltà intellettive, le Birki con i calzini a righe.
No. Riformulo.
Capisci che blablabla... quando esci di casa indossando con fierezza le Birki con i calzini a righe.

Sai anche che quella esile possibilità non è del tutto preclusa, perché hai optato anche per i pantaloni lunghi. Molto lunghi.

9.10.08

Gli dei accecano quelli che vogliono portare a perdizione

Non mi bastava, no.
Non mi bastava essere andata a Roma (solo per farmi una chiacchierata con lui, vorrei precisare) e tornarne con una fantastica opportunità di imparare a fare la fornaretta seriamente. E con un maestro d'eccezione.
Non mi bastava che all'aeroporto, per la prima volta nella mia vita, il mio bagaglio spedito arrivasse per primo sul nastro trasportatore.
Non mi bastava misurarmi con una ricetta di lievitato che avevo sempre guardato con un misto di terrore e rispetto. Non mi bastava uscirne vincitrice.

Dovevo sfidarlo ancora il destino, dovevo superare le colonne d'Ercole, e osare là dove gli uomini non osano.
Dovevo comprare i carciofi. A ottobre. Nell'Olanda settentrionale.
Ben mi sta.