14.11.03

Come si chiama

la fase di letargo di un blog? Cooling down? Cool pesant?
Insomma, c'ho quella. Giurin giurella che torno, cari i miei quattro gatti. Vi lascio con questi altro quattro passi nel delirio trovati in un catalogo turistico sulla Turchia (è tutto vero, me possino cecamme):

Cari clienti,
Salve!

dall'autunno 2002 le cose non sono cambiate molto...
A parte le mezze stagioni, effettivamente...

Gli americani hanno fatto la loro guerra, con le bombe intelligenti che insegnano la democrazia.
Cos'è, la clientela neocona non paga bene?

I no global hanno chiesto aumenti di paga ai loro padroni.
Ah... ehm... scusi, ma...

La domanda che sorge spontanea è:
Sì, ce l'ho sulla punta della lingua, aspé

i centri sociali a quali sindacati sono iscritti?
(?!) No, la mia era: cosa vi fumate in quel tour operator?

3.11.03

Si fa presto a dire "cacacazzi" / 2

Ovvero, "Del perché si prende in mano una Settimana Enigmistica dopo dieci anni". Ho finito di leggere Cuore di madre di Roberto Alajmo, di cui elogerei le molte cose belle se questo fosse un blog serio, ma visto che ambisce a non esserlo noterò solo un particolare assolutamente irrilevante. Particolare che necessita di una piccola premessa (quindi forse riuscirò anche nolente a dare qualche informazione utile): il protagonista, Cosimo, è un solitario, ostracizzato dalla fama di menagramo che lo rincorre per tutto il paese-incubo siciliano in cui è ambientata la storia. Sta ore e ore in questa officina in cui i clienti entrano solo per sbaglio, e con sempre minor frequenza. Suoi unici passatempi, la radio e la Settimana Enigmistica, che in una settimana viene da Cosimo compulsata come la Torah. Più di due pagine Alajmo dedica ai contenuti della rivista che si vanta. Li elenca, li scartabella, così come fa Cosimo nella sua officina deserta. Si trova addirittura spazio per piangere la dipartita del "Tenero Giacomo". E neanche una sillaba sull'inutile, bistrattato Edìpeo. Son esclusioni che fanno male al blog.

Si fa presto a dire "cacacazzi"

Quando ho aperto questo blog non avevo la più pallida idea a) del perché lo stessi aprendo (cosa che immagino mi accomuni al 99% della gente lì fuori) b) del cosa avrei voluto scriverci (facciamo 100% e non se ne parli più). E quando il signor Blogger m'ha chiesto: "Allora, Paola R, come lo chiamiamo 'sto coso?" è stata questione di 25 secondi perché dai recessi della corteccia cerebrale uscisse fuori il titolo attuale.
Un titolo che odora di estate, che suda come i muri di una casa al mare tenuta in penombra a inutile protezione dalla canicola assassina. Titolo che traspira come un letto sfatto su cui due piccoletti si litigano sottovoce una Settimana Enigmistica tutta usata, compilata, annerita, unita, risolta, bersagliata. Una Settimana Enigmistica che fa adulto, non come le solite linotipie dell'ennesimo tentativo di imitazione. Una Settimana Enigmistica che separava l'infanzia dalla maturità, come un sottile strato di cartongesso separava i turbamenti di due piccoletti dall'ignaro russare della siesta adulta. E, tra tutti i giochi inutilizzabili, lei, la rubrica inutile delle nozioni inutili. Lei, che dopo più di vent'anni reclamava di nuovo la mia attenzione e anelava a nuova vita.

...

Mmh, no, dai, c'avrete mica creduto? A quel brogliaccio di Brancati sceneggiato da Mariano Laurenti? Cioè, è vero che il titolo m'è venuto così per caso, ma il motivo mi si è appalesato l'altro ieri, mentre sfogliavo dopo dieci anni una Settimana Enigmistica. Ste bestie scrivono L'Edìpeo Enciclopedico. E io c'ho pure l'inconscio correttore di bozze. Tiè.