30.11.07

Vanity Fair

Difficilmente parteciperò a un concorso di bellezza in vita mia, ma assistere all'arrazzamento di un medico chirurgo vascolare di fronte all'ecocolordoppler delle mie zampotte e sentirlo mormorare estasiato "Lei ha delle safene fantastiche" dà le sue porche soddisfazioni. Persino in una due settimane dell'orrore come quella appena passata.

(quando è arrivato alle poplitee ho dovuto dirgli che sono fidanzata -- la cosa si stava facendo imbarazzante)

19.11.07

Andate e moltiplicateli

Non che ritenga che una petizione possa risvegliare le coscienze dal sonno della ragione, ma farla girare sicuramente non fa male. Quantomeno è quasi tutto quello che avrei voluto dire al proposito.

18.11.07

Forma e sostanza

- Come dite in America quando uno parcheggia in seconda fila?
- Seconda fila?
- Sì, quando ti accosti accanto a una macchina parcheggiata.
- Hm, direi "parcheggiare in mezzo alla cazzo di strada".
- Ah...
- Certo, meno poetico, eh? Però almeno non ti culli nell'illusione che non stai rompendo i coglioni a nessuno.

14.11.07

Averci i pupazzetti in fronte

La mia vis scrittoria è costantemente impegnata in un downsizing delle attività.
Il progetto maggiore, infatti, è scrivere un romanzo (del resto, nelle parole della citazione di Google di ieri: prima sei uno sconosciuto, poi scrivi un libro e ascendi all'oscurità). Siccome il progetto implicherebbe il riconoscere con me stessa che sono seriamente capace di arrivare all'ultima pagina del summenzionato capolavoro, mi do al sottogenere narrativo delle-donne-per-le-donne, quella che ormai viene definita anche in Italia chick-lit. Chiaramente, siccome so che un giorno invecchierò e qualcuno mi rinfaccerà il mio disimpegno, sto condendo la mia prosa di citazioni borgesiane, in modo da smontare qualunque critico superficiale. Però far finta di conoscere Borges è roba impegnativa, quindi ho aperto il blog, così posso sfogare quei rari guizzi scrittori che mi animano in un'attenta analisi del mondo che mi circonda. Tipo il post che traccia un parallelo tra lo sciopero del sindacato degli autori americani e le... errr... battaglie in... cosa, lì... difesa del... ehm... welfare che hanno occupato settimane di trattavive (e garantito un sicuro ritorno d'immagine dei sindacati) per due punti... uhm assolutamente sostanziali, sì. Inutile andarlo a cercare, quel post è in bozza da una settimana.

Quindi per oggi il risultato dell'attività di sottodimensionamento è lo scodellamento di uno dei marginalia dello sciopero citato: l'intervista che il New York Observer fa al picchetto degli autori del Saturday Night Live (posso evitarmi il paternalismo di linkarlo? sì, dai, che siete tutte personcine di mondo) sul perché Obama sia clamorosamente assente dagli sketch, mentre invece Mrs Clinton si becca un ritrattino da strega niente male. Sarà mica perché il SNL è pro-Obama?
No, pare che il senatore, in realtà, non dia nessuno spunto alla satira, perché non è ancora caratterizzato nell'inconscio collettivo americano. E, con le primarie alle porte, questa non è proprio una buona notizia per il primo possibile candidato nero d'America alla presidenza.

Posto che il mio cuore tifa per Obama, più per quello che rappresenta che per la sua agenda, che per di più, a detta di molti, sarebbe poco caratterizzata - aridaje - e quindi poco incisiva; posto che se fossi negli Stati uniti forse un attimo di imbarazzo ce l'avrei (a meno di non fare come per le primarie del Pd, e farmi mettere sotto da un tir, così da non sentirmi costretta a votare per Clinton e in futuro non aver nulla per cui biasimarmi); posto tutto questo, le considerazioni del SNL mi lasciano un saporino amaro in bocca. Niente di nuovo sotto il sole, per carità. L'Africa, la Juve, il cinema, la Nutella. Il pompino, il gatto abbandonato, la stronza arrogante. Vota Antonio. Quello coi pupazzetti in fronte.

(Vabbè, ok, in Italia i pupazzetti in fronte ce li avevano tutti. Persino i bloggerz.)

7.11.07

While my ciaramella gently weeps

No, non ho cambiato idea sul blog. È che ho un'agenda sociale pienissima e fittissima di momenti adrenalinici, tipo la riabilitazione propriocettiva o l'incontro dall'avvocato, e in mezzo fulminei spostamenti alla mirabolante velocità di 2 km orari -- 1 se sto sugli autobus.
Le ore passate sull'autobus, del resto, mi permettono di tenermi al corrente sui fatti del giorno. Del tipo: signora riceve telefonata dal figlio preoccupatissimo che la invita a tornare a casa di corsa perché i rumeni ammazzano le italiane; la telefonata avviene in pieno pomeriggio, nell'inquietante cornice del pericolosissimo quartiere Prati.

Insomma, faccio cose, vedo gente e tento stoicamente di ignorare il momento di emergenza storica, chiedendo a chiunque mi attacchi la pippa sui romeni: "Ma gli albanesi, nel frattempo, sono diventati tutti buoni?" (non ho ancora ricevuto risposta, per la cronaca). Ignorare stoicamente il momento di emergenza storica richiede però di mantenersi a debita distanza da qualunque fonte di informazione e far finta di vivere in un mondo senza tempo. Devo dire che sono facilitata nel compito da una routine quasi mortifera (grazie al pusher di divx in caso stesse leggendo: ti devo un'overdose di Weeds!), e da progetti a media scadenza che mi vedono felicemente al di fuori dei patri confini (evvai!).

Insomma, il meccanismo di rimozione funziona così bene che quando oggi pomeriggio ho sentito suonare per strada le zampogne, per un solo meraviglioso attimo ho creduto di aver sfangato ben due mesi di puttanate mediatiche (se si esclude l'intervento di Uòlter alla televisione romena, su cui sono sbadatamente incappata accendendo la TV nei fumi del sonno). E invece era solo una settimana che non aggiornavo il blog.