Ovvero, "Del perché si prende in mano una Settimana Enigmistica dopo dieci anni". Ho finito di leggere Cuore di madre di Roberto Alajmo, di cui elogerei le molte cose belle se questo fosse un blog serio, ma visto che ambisce a non esserlo noterò solo un particolare assolutamente irrilevante. Particolare che necessita di una piccola premessa (quindi forse riuscirò anche nolente a dare qualche informazione utile): il protagonista, Cosimo, è un solitario, ostracizzato dalla fama di menagramo che lo rincorre per tutto il paese-incubo siciliano in cui è ambientata la storia. Sta ore e ore in questa officina in cui i clienti entrano solo per sbaglio, e con sempre minor frequenza. Suoi unici passatempi, la radio e la Settimana Enigmistica, che in una settimana viene da Cosimo compulsata come la Torah. Più di due pagine Alajmo dedica ai contenuti della rivista che si vanta. Li elenca, li scartabella, così come fa Cosimo nella sua officina deserta. Si trova addirittura spazio per piangere la dipartita del "Tenero Giacomo". E neanche una sillaba sull'inutile, bistrattato Edìpeo. Son esclusioni che fanno male al blog.
3.11.03
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