10.9.03

Elegia per un Narciso che mi perderà

I tuoi occhi si posano sulla tua immagine.

Sempre, ogni giorno.

E' come un eterno contare i segni intorno a loro, storie che si inanellano, come pagliuzze mobili all'interno dell'iride dell'universo.

Sempre, ogni giorno.

E ogni giorno porta via con sé uno sguardo, uno sguardo riflesso in umili oggetti, in specchietti retrovisori che sembrano dire addio al futuro e raccogliersi nel passato. Sguardi quotidiani che ti dicono che esisti, che ci sei, qui, ora, in questa piazza dove tutto corre, in questo rumore che perso nel tuo stesso sguardo non senti più.

Sempre, ogni giorno.

Perso in te stesso, nei tuoi occhi, nella visione di ciò che eri, in quello che sarai.

Ma almeno, porcaputtana, potresti riposizionare gli specchietti del MIO scooter come li avevi trovati, che è la seconda sera che parto a razzo e rischio di farmi inchiappettare dal furgoncino Esselunga, pensando di fare la mandrakata a zigzag e non accorgendomi che Clicca il Pomodoro sta per investirmi?

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