28.2.08

The French Vegan Conspiracy

Ok. Scena.
Mi assetto a tavola per il mio solingo pranzo con un quasi-perfetto uovo in camicia e i suoi bravi crostini di pane nero sotto. La TV cinguetta felice il solito foux-da-fa-fa (pubblicità progresso: Flight of the Conchords, spettacolo) che sento e non sento -- lo metto lì sperando di reimpossessarmi del francese per osmosi. A un certo punto, mentre con la forchetta infilzo il rosso d'uovo che comincia a colare fuori tutti i suoi goduriosi grassi animali, appare ciò:



La forchetta rimane a mezz'aria, come un aeroplanino con l'omogeneizzato Nipiol dirottato dalle mamme della Lega del latte.

Devo fare un passo indietro: io amo, bramo, stramo, adamo il latte.
Chi mi conosce sa che non c'è miglior modo per trasformarmi in un licantropo col culo girato che negarmi il mio tazzone di latte freddo col caffè caldo la mattina. Una delle gioie al pensiero di tornare a vivere in Francia è che qui anche il latte uht (che in Italia berrei solo sotto minaccia di un fucile a pompa) ha un sapore divino. Qui al supermercato di Les-Hautes-de-Roccasgurgola trovi un intero bancone dedicato al latte di capra in tutte le sue declinazioni. Qui il formaggio non è prodotto tipico, è santo patrono.

Mentre raccolgo la mandibola, penso che dev'essere colpa di un'infiltrazione delle "Cellule vegane combattenti" tra i creativi se l'associazione dei produttori di latte se ne esce con una pubblicità che ha fatto passare a me la voglia di avvicinarmi a qualunque lavorato vaccino. E anche l'uovo è diventato freddo. Grazie, eh?

26.2.08

Obamania

Questo blog si sta ufficialmente preparando al dibattito democratico che vedrà opposti Clinton e Obama in Ohio stasera (stanotte) prima delle primarie nello stato in questione.

In realtà questo blog pensa che la sua americana metà stia tentando di stordirla a botte di streaming di Meet The Press, Keith Olbermann, Hardball with Chris Matthews and so on (tutti qui, per comodità vostra e dell'americano). Perché, di suo, questo blog potrebbe morire di scompenso epatico se fosse esposto all'equivalente italiano dello stesso trattamento.

E questo blog pensa pure che la prossima volta che sente Shame on you, Barack Obama accopperà qualcuno. Meno male che mancano pochi giorni.

(epperò, bisogna dare credito a Hillary che l'accesso alla sanità pubblica per tutti lo vuole lei, non Obama -- che chiaramente questo blog deve e vuole supportare, sennò gli vengono tagliati i viveri)

Carlucci? Dimettiti. Ora.

Questo (esimio? esilarante? esiziale?) epistolario tra una mente di scienza e un eucariota semievoluto è ricomponibile tra testo e commenti del relativo post su Galileo.net, ma la figura da misera cioccolataia rimediata da Gabriella Carlucci brilla in assoluto fulgore solo leggendo lo scambio che segue senza soluzione di continuità (vabbè, la poveretta sta ancora imparando alcuni fondamentali sui Codici italici, non è che si possa pretendere troppo). Enjoy.

Roma, 7 febbraio 2008

Spett.le :
Presidente Prodi
Ministro Mussi
Sottosegretario Modica
P.C. : Componenti Commissione
Cultura Camera dei Deputati
Componenti Commissione
Cultura Senato della Repubblica
Nel proporlo alla Presidenza del CNR Luciano Maiani è stato definito fisico di alto profilo dotato di grandi capacità manageriali. [1]
Niente di più falso.
Maiani nel 1969 ha avuto la fortuna di lavorare per un semestre ad Harvard con Sheldon Glashow (Premio Nobel per la Fisica nel 1979) con i quale pubblicò l’unico suo lavoro degno di interesse.
Lavoro che firmò ma che chiaramente non capì visto che nel 1974 lo rinnegò pubblicando un altro lavoro (nota bene: insieme a Cabibbo, Parisi e Petronzio) dove confusero particelle elementari di proprietà fisiche diverse. Successivamente Glashow addirittura si oppose a che Maiani ottenesse un posto di ruolo al CERN poiché manifestamente non aveva capito una teoria di cui era autore. Cosa, questa, estremamente ridicola.
Tutto questo creò un notevole danno di immagine alla Fisica italiana e alla tanto pubblicizzata scuola romana della Sapienza: i famosi “eredi di Fermi” che ancora non hanno prodotto nulla di scientificamente rilevante ma che sono molto abili nel procurarsi posizioni di potere: Cabibbo è stato Presidente dell’INFN e dell’ENEA, Petronzio è l’attuale Presidente dell’INFN, Parisi ha presieduto il Comitato di Alta Consulenza che ha portato Maiani alla Presidenza del CNR.
Maiani è stato Presidente dell’INFN e Direttore del CERN provocando danni devastanti ad entrambe le istituzioni. Particolarmente critica fu la sua gestione del CERN come è dimostrato da numerosi documenti (si veda, per esempio, Nature del 4 ottobre e dell’11 ottobre 2001).
Letizia Moratti, allora Ministro della Ricerca, riuscì a risolvere la crisi e impedì una bruttissima figura all’Italia. Da ricordare che Parisi e Petronzio manifestavano nelle piazze italiane contro la Moratti proprio mentre lei si impegnava a salvare la faccia (e non solo) al loro sodale Maiani.
Tutto questo non potrà essere dimenticato. Sarebbe pertanto utile per il bene di tutti e, soprattutto, del CNR che Maiani facesse un passo indietro. Invito anche i colleghi della Commissione Cultura del centrosinistra ad informarsi meglio prima di esprimere giudizi non basati sui fatti e chiaramente in malafede. Questo invito è inoltre particolarmente rivolto al Sottosegretario Luciano Modica.

On. Gabriella Carlucci

***

Boston, February 14, 2008

Sr. Romano Prodi
Prime Minister

Dear Sir:
I have been shown the contents of a slanderous letter written to you by Sra. Gabriella Carlucci, MP and dated February 7, 2008. This letter was published in Puglia-Live and has been widely disseminated. It falsely claims that I have questioned the scientific competence of Prof. Luciano Maiani, the recently elected President of the CNR, and had opposed his appointment at CERN. These utterly invidious and untrue allegations were part of a more general attempt to belittle the scientific standing of Prof. Maiani. The letter denigrates his scientific accomplishments over the years and those of his colleagues, Profs. Cabibbo, Parisi and Petronzio, whose work was claimed to have caused serious damage to the image of Italian physics worldwide. Not so!
The remarks that Sra. Carlucci attributes to me are wholly untrue and malicious. Prof. Maiani played a key role in our collaboration decades ago, for which he was duly recognized internationally by the awards of the highly regarded Dirac Medal and Sakurai Prize. Maiani’s many research publications have been cited well over 8000
times (not including the 3600 citations to our joint work). I have never written, suggested or thought anything remotely disparaging about the skill and accomplishments of this stellar Italian scientist.
The more general arguments in Sra. Carlucci’s letter are equally false, slanderous and malicious. I, and my colleagues worldwide, have the highest regard for the many outstanding contributions of Italian theorists to particle physics, among whom Profs. Cabibbo, Petronzio and Parisi (as well as Maiani) are leading luminaries and indeed may be regarded as ‘heirs to Fermi.’ No event associated with their distinguished scientific careers has ever caused the slightest damage to the image of Italian physics. In the eyes of a foreign scholar, if there is anything that can damage the image of your country’s scientific institutions, it is the vulgarity and deception of
this slanderous attempt at denigration of some of your nation’s most distinguished scientists.

Sincerely,
Sheldon L. Glashow
Nobel Laureate
Foreign Member, Accademia dei Lincei

***

Caro Prof. Glashow,
Lei ha scritto al Presidente Prodi insultandomi brutalmente senza però andare alla sostanza delle cose.
La informo che i contenuti della lettera che ha suscitato la Sua ira vengono da notizie pubblicate su quotidiani italiani, su Nature e su “Lettere al Nuovo Cimento”. Notizie mai smentite. Le scrivo solo ora per porLe una semplice domanda:
se Maiani e i suoi amici sono, come Lei dice, luminari stellari stimatissimi in tutto il mondo, perché non hanno mai vinto il premio Nobel ?[2] Eppure la Fisica della Particella italiana (e, in particolare, quella romana) è in percentuale e in valore assoluto fra le meglio finanziate al mondo.
Sperò mi risponderà senza insultarmi. E non dica bugie: potrei sorprenderLa. [3]
Cordiali saluti.
Gabriella Carlucci
P.S. Enzo Boschi per difendermi dai suoi insulti ha scritto una nota sull’argomento. Mi faccia avere i suoi commenti [4]

***

Dear Sra Carlucci,
Despite your earlier comments and whatever your sources may be, the fact is that I have never questioned Prof. Maiani’s stature as a superb and accomplished researcher. I am outraged that you have tarnished my own reputation by such a false and invidious allegation. It is true that several Italian theorists (including Maiani) are deserving of Nobel Prizes, but there are far more such candidates than Prizes. Recall that world-renowned physics luminaries such as Edward Witten, Stephen Hawking, Yoichiro Nambu, among many others, are not Nobel Laurestes.
Whether (or not) Italian physicists have won Nobel Prizes, and whether (or not) they are well funded, they have made exceptional contributions to physics, at least as many as any other European nation.
Italy should be very proud of its many scientific heroes, and not malign them.
Sincerely
Sheldon Lee Glashow


[1] La lettera sembra scritta da un dodicenne alle prese col tema di italiano, e come al solito dobbiamo registrare il fallimento delle istituzioni universitarie italiane che sfornano laureati in lettere e in lingue che non riescono neanche a scrivere. Che poi, per lo più, hanno problemi a scrivere perché non leggono: nessuno che sfogli almeno un libro al mese potrebbe mai utilizzare un soggetto per una subordinata implicita diverso da quello della frase reggente: il professor Maiani propone "lo" alla presidenza del Cnr?

[2] Bingo! Parlavo dello spazio prima del punto interrogativo, non crederete mica che mi abbassi a commentare quella che per Gabriella Carlucci è l'argomentazione finale e definitiva? (e comunque secondo me nella prima stesura aveva scritto "Oscar", o "Telegatti", a scelta)

[3] Buttare lì "Non dire bugie" in una discussione con una persona che non si è mai conosciuta, a proposito di non si sa bene quale argomento, è un artificio tipico della retorica forzitaliota: ai fini della discussione non serve a un cazzo (già mi immagino Glashow che si gratta la zucca mormorando: "Ma di che cazzo parla questa?") però sulla mente suggestionabile del lettore medio di Barletta ha la stessa potenza di 1230 recensioni positive nel mondo accademico. E per Gabriella Carlucci, diciamocelo, questa è l'unica peer review possibile.

[4] Ulteriori sviluppi di questa annichilente sceneggiata napoletana (e mi scuserà il mai troppo compianto Mario Merola per averlo paragonato all'eucariota) sono su fb e ipazia.


Update (4 marzo): Gabriellona non demorde, neppure di fronte all'ennesimo fisico sceso in campo per sbugiardarla. Ormai è come sparare sulla croce rossa.
In compenso, mi pregio di essere il primo blog a linkare l'
unica voce che, con dovizia di argomenti e lucidità di eloquio, appoggia l'infaticabile lotta dell'onorevole Carlucci contro il degrado della scienza in Italia.

Update (7 marzo): ormai, no comment. Neanche in un kamikaze giapponese ho visto mai tanta pervicacia.

20.2.08

Contro il positivismo logico: la meccanica scaldabagnica francese

Fino a ieri tendevo a liquidare C. e le sue difficoltà con le apparecchiature francesi come un segno di ostentato rifiuto del diverso.

"Il forno è rotto!"
(no, c'è anche la terza manopolina di on-off-timer, oltre a modalità di cottura e temperatura, gira anche quella).

"Compriamo un telefono questo fa schifo, non sento niente!"
(no, basta cambiare il settaggio della lingua, trovare il volume e alzarlo).
Stamattina stava per arrostire nel tostapane il cavo elettrico del nuovo Kenwood. Anche se credo fosse più un subdolo tentativo di liberarsi del suo rivale.

Non mi stupisco, dunque, quando lui comincia la lamentazione meccanica nei confronti dello scaldabagno; e non sono passati neanche cinque minuti da che ho disfatto la valigia. Ora, gli scaldabagni sono creature importanti in un ménage familiare sereno, e ben lo sa la sottoscritta, che una volta, a casa di C. e a causa di una bolletta persa, è stata costretta ad affittare una stanza di un albergo per fare una doccia, perché avevano staccato l'acqua la sera prima di un colloquio di lavoro. Quindi accolgo tutta compresa le lagnanze dell'uomo della mia vita, ricacciando la sòra Cecioni petulante e paternalistica che è in me in un angoletto remoto dell'inconscio. Perché la sòra Cecioni che è in me disapprova il fatto che per C., in quanto americano, i concetti di "riscaldamento" e "acqua calda" corrispondano grosso modo a "graticola nel nono girone dell'inferno" e "geyser islandese".

E quindi sono in modalità un-orecchio-sì-uno-no durante il resoconto concitato su come sia impossibile capire come cazzo funzionano gli scaldabagni francesi, tutti gli scaldabagni francesi, su quali orari sono settati, come cambiarli, e così via. C. ha già passato in Francia vari mesi per lavoro in altre due occasioni -- anch'io, ma abitavo nello studentato ed era facile capire come funzionassero gli scaldabagni: la temperatura dell'acqua era costantemente sui 25°. Dentro di me la sòra Cecioni pensa: "Eeeeeeeeeeh! Quanto la fa lunga... probabilmente l'acqua del bagno non era a temperatura di sublimazione dei testicoli... vabbè, mo' trovo il timer; ci sarà un boiler da qualche parte... una lancetta che indica quanta acqua calda è rimasta... tanto alle brutte l'acqua sarà tiepidina".

La prima spia inquietante: del boiler nessuna traccia. Né del timer, o tantomeno di lancette di livello. Al loro posto, solinga e solitaria, una levetta nel quadro elettrico che permette le tre seguenti posizioni: I, Auto, 0. Scartando chiaramente la terza, mi innervosisco perché C. continua a puntare la levetta su I, lamentandosi del fatto che poi la ritrova su Auto. San Google viene in aiuto, con il sito del produttore della levetta (scaldabagno still MIA), e ci informa che la levetta torna da sola su Auto quando arriva l'ora programmata per l'accensione automatica. Ho una traccia, Watson!
Forte di un par di secoli di pensiero positivista, mi metto a tavolino, tracciando rilevamenti e grafici per determinare con una buona approssimazione quando lo scaldabagno è acceso. Nel frattempo l'acqua calda sembra apparire e scomparire con la stessa predicibilità di una visione mariana, ma io non sono ancora pronta a darla vinta a C. che continua a dire: "Non c'è assolutamente nessuna logica, ti assicuro!".
La spiegazione c'è, e io la troverò.
Dopo qualche giorno di osservazione con levetta in posizione Auto, eureka! ho un'ipotesi non smentita: l'acqua calda c'è di mattina, e la sua temperatura è direttamente proporzionale alla quantità di acqua calda consumata la sera prima. E ancora una volta la luce dell'empirismo trionfa sulle tenebre della superstizione. Gioiamo tutti insieme, fratelli: l'oscurantismo non regnerà in questa casa!

Vi dispiace se mi trattengo ancora qualche minuto in vostra compagnia? No, è che c'ho voglia di perdere tempo... sai com'è... è una bella giornata... gli uccelletti cantano... e... OK, lo ammetto, dopo quattri giorni di vittoria morale, e pur non avendo consumato un goccio d'acqua calda ieri sera, l'acqua stamattina è a temperatura sorgente boschiva. AIUTO! Qualcuno faccia un esorcismo allo scaldabagno!

19.2.08

Ma d'altra parte

... chissenefrega, quando, neanche 48 ore dopo averlo ordinato, ti arriva a casa questa bellezza, e nel forno troneggia il primo pan brioche dell'era ballardiana.

(OK, lo ammetto: la mia deriva casalingua ha del patologico)

(però va detto pure che riguardarsi tutte le puntate di Ramsey's Kitchen Nightmares non aiuta)

Allons accents de la patrie

Pare, si dice, si mormora che i raggi X dei controlli aeroportuali facciano spesso lo scherzetto di rovinare per sempre gli schermi dei notebook. Secondo il simpatico aggiustatore di PC di Antibes quella degli scanner sarebbe una specie di roulette russa (e daje e daje prima o poi capita) e a suo dire lui pirsonalmente-di-pirsona si rifiuta di far controllare il suo. Evidentemente non ha mai fatto scalo al JFK di New York.

Comunque, a frittata elettromagnetica fatta, di fronte a me si poneva l'alternativa di spendere 900 euro per avere un portatile italico totalmente funzionante, oppure di investirne 200, comprarmi uno schermo piatto da fighetta e trasformare l'unica tastiera italiana a mia disposizione nel giro di chilometri in un accrocchio di desktop. E alla fine ho scelto (e finora neanche una cazzo di parola accentata, destino barbino).

12.2.08

Scene di termovalorizzazione di classe a Super Cannes

"Certo, pero', che pure qui..."
"Che palle!" diranno subito i miei piccoli lettori... "Te ne andasse mai bene una!"
No, no, fatemi finire.

Dunque, in quella che presumibilmente e' la prima tappa dei miei vagabondaggi irrequiet-sentimentali sono finita in un paese che chiamero' Super Cannes.
Non sono esattamente a Super Cannes (che esiste e lotta insieme a noi, cioe', non proprio insieme a noi, ma fra un po' ci arrivo), ma in uno dei millemila paesotti e conglomerati urbani che allietano la vista di chi decide di attraversare in macchina la Costa azzurra. Che e' un bellissimo posto, paesaggisticamente parlando, ma ha una densita' cementizia che non ricorda esempi italici di abuso edilizio solo perche' qui le amministrazioni locali hanno deciso di specularci in chiaro.
Chiamero' il paese rivierasco Super Cannes perche' la mia prima associazione mentale con la Costa azzurra e' di stampo libresco, ed e' firmata JG Ballard. Ora, sfronzoliamo pure della metafora capitalistica quest'angosciante ritratto fantasociologico: vi assicuro che i dettagli fattuali non si allontanano tanto dalla realta'.
Il senso di spaesamento che si prova arrivando qui e' reale, e non solo perche' il mio cervello continua a ragionare per rioni e l'unico fatto in grado di scuotere il mio agnosticismo praticante e' la pizza bianca calda con la mortazza (o quella con le patate di Pizzarium). Sognero' pure una casa ar Trionfale, ma riesco ancora ad apprezzare la bellezza di un albero di mimosa che sta per esplodere a due metri dal mio balcone. Oppure il fatto di poter studiare accoccolata sul divano mentre fuori c'e' la Sanremo degli uccelletti e il mare mi sbrilluccica sull'orizzonte a un chilometro scarso.

Qui ci si sente spaesati perche' la bellezza e' un ghetto. Dorato quanto si vuole, ma ghetto.
E quindi paghi per vivere in una gated community (il non plus ultra qui e' avere il guardiano all'entrata, io e C. siamo di poche pretese e ci siamo accontentati della piscina). E per vivere nell'illusione della bellezza devi infilarti in macchina prima di uscire dal cancello del residence per andare a chiuderti nel ghetto dorato del posto di lavoro, perche' bastano pochi passi per finire nella versione assolata della Cassanese mixata col Bronx, e quando vai a piedi non sai bene se preferiresti essere messa sotto da una Megane impazzita oppure scippata e picchiata da una banda di teppisti locali. Ecco, io non so se la' fuori ci siano teppisti locali pronti a scipparti e a stuprarti (di sicuro e' pieno di Megane impazzite). Ma l'atmosfera che sento prepotente e' quella. E' quella della sicurezza da comprare a caro prezzo, del "Checcazzo esci a fare, guarda che casa della madonna hai", quella della paura.

Mi consolo solo pensando che sono appena arrivata. Magari a forza di sfornare quiche mi tolgo dalla testa Ballard. Vado a cercarmi lavoro nel ghetto. Orvua'.

11.2.08

Cominciamo bene... / 2

Cosa c'e' di peggio che svegliarsi la mattina, accendere il televisore per sentirsi un telegiornale e beccarsi una soap opera tipo Beautiful?
C'e' solo svegliarsi la mattina, accendere il televisore per sentirsi il telegiornale, beccare Beautiful, cambiare canale alla velocita' della luce e atterrare su Elisa di Rivombrosa. Doppiata in francese.

10.2.08

Cominciamo bene...

... manco so' arrivata e il PC mi si accende su un'elegantissima schermata a righine multicolore.

Invece di rispolverare il mio francese mi tocchera' imparare l'umbro (e le sue bellissime cristonature).

5.2.08

Election day

Qualunque cosa vi dicano, non credeteci.
Le elezioni sono a novembre.
E vince Obama.
Quelle per il condominio di Palazzo Madama potranno pure farle prima, ma non è materiale di riflessione politica. In quanto prossima italiana all'estero ringrazio di cuore il senatore Tremaglia, ma penso che darò la delega alla signora Rossi. Siamo tutte e due d'accordo: i lavori per la caldaia possono scordarseli.