(segue un viaggio istantaneo all'interno della natura umana; montessoriani, girate alla larga)
Occhioni blu, capelli lunghi, vaporosi, e color gelato al caffè[1].
Ciglia da cerbiatta, articolazioni lunghe e affusolate[2].
Otto-nove anni. Non di più.
Ce l'ho accanto mentre mi studio il contenuto delle macchinette della palestra, alla ricerca di un integratore che mi permetta di guidare a casa senza svenire dopo 3 ore di allenamento.
Ed è con divertimento che registro la manina furtiva che si insinua nella fessura della prima macchinetta, nella vana ricerca del resto dimenticato da qualcuno.
La guardo.
Sfugge il mio sguardo.
E si sposta alla macchinetta al lato opposto.
E il divertimento si trasforma in lancinante disprezzo mentre la vedo infilare la manina nella seconda fessura. Invano anche stavolta[3].
La guardo. Infilo i miei spiccioli e seleziono l'orrendo bibitone vitaminico.
Mi guarda. Vaga e assente, come una mucca colta in flagranza di ruminaggio.
La guardo. E mentre arraffo il bibitone mi dipingo in faccia una muta litania di espressioni offensive[4], tutte orbitanti intorno al tema del furto e della taccagneria.
Mi guarda, e si appoggia alla seconda macchinetta.
La guardo, sorseggio e mi appoggio anch'io alla macchinetta che ancora non ha controllato.
Sembra un film di Sergio Leone.
Potremmo guardarci negli occhi per ore.
Io armata fino ai denti.
Lei, stolida e vaporosa, sgranchendo la manina arpionatrice.
Potremmo andare avanti per anni, ma lei è l'angioletto sadico, quella che fa sentire inferiori le sue compagne di classe perché non hanno l'ultima Bratz. Lei lo fa di mestiere.
Potremmo andare avanti per ore, ma ho trent'anni e passa, cazzo. E un appuntamento in centro che sto per perdere.
Vaffanculo, stronzetta, hai vinto. Tieniti la macchinetta.
Me ne vado su per le scale.
No, no, non ce la faccio. Scendo di corsa i pochi gradini, e la becco lì, con la manina rapace nella fessura numero tre.
"Se', perché se c'era il resto lo lasciavo per la bella faccia tua".
Trent'anni e passa. Ne è valsa la pena.
[1] I capelli ti cadranno tutti, a forza di stirarteli, perché hai già negli occhi quella tensione neo-proletaria che spinge donne apparentemente normali a voler girare con filamenti cheratinici vulcanizzati in testa.
[2] La cellulite viene anche a te, non illuderti.
[3] I bambini zingari, eh?
[4] Tanto non le avresti capite. E possibilmente non le capirai neanche a 30 anni. Sarai ancora impegnata a ricordare a memoria i nomi dei tronisti.
8.10.07
Abbiamo un grande futuro (alle spalle)
Pubblicato da Paola alle ore 17:36
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9 commenti:
È bello essere crudeli.
aahhahahaahhaahhh, mi sono detta: bello sto post. Poi apro e vedo che ci è piovuto dentro l'unico commento a blog che abbia mai visto fare a marco d'itri. Meritato, meritato.
mdi: crudeli e politically uncorrect. Ficata!
rosa: grazie, grazie (e ora non vorrei esagerare e banfarmi troppo, ma d'itri ha usato una parola trisillabica nel suo commento -- che si sappia!)
cribbio, lo linko anche io.
è puro vetriolo :-)
due parole di tre sillabe.
Oggesù. Anche il mio ex-sysadmin! Devo cospargermi di vetriolo per stanarvi tutti? :)
Cazzarola. Devo andare a cambiarmi le mutande, uff.
pa', spettacolo :-)
sia io sia sara michelle siam d'accordo: le cruel intentions sono sempre le migliori. 'politically uncorrect' più che altro è incorrect.
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