... ti scrivo perché oggi ho visto una cosa incredibile.
Tu hai presente David Letterman? No, non è che è proprio un comico... è uno che ha cominciato come Marzullo, solo che, oh, ognuno ha il Marzullo che si merita, e in effetti lui è divertente, e noi evidentemente non ci meritiamo un cazzo.
Comunque, mo' Letterman c'ha questo show importante e ci invita un po' tutti, anche i politici. E i politici sono assai contenti quando ci possono andare perché, se hanno un po' di spirito, ci fanno la figura di quelli spigliati e alla mano.
Infatti c'è McCain che con Letterman è sempre andato a nozze. Ci sarà stato almeno dieci volte, e se l'è cavata alla grande. Mo' però è successa una cosa: McCain ha deciso che il suo dovere di senatore lo richiama a Washington, perché ci sono le interrogazioni parlamentari sulla crisi economica. Fa niente che ci sono altri 99 senatori: lui è stato in Vietnam, quindi sa come farli parlare questi maledetti musi gialli. E insomma, basta con quest'inutile campagna, lui c'ha cose serie da fare, mica è come se dovesse convincere qualcuno a eleggerlo presidente degli statiuniti, e se non ci sta lui colcazzo che combinano qualcosa al senato.
Quindi McCain, invitato la sera stessa da Letterman per l'ennesima volta, chiama il conduttore: "Oh, bella David. Mi spiace, stasera proprio non gliela fo. Sto andando all'aeroporto di corsa, devo andare a tagliare i polpastrelli a Paulson (guardalo, c'ha la stessa espressione di Henry Gale!)".
Omette però il piccolo particolare che, prima di andare di corsissima all'aeroporto, si sarebbe fermato a far quattro chiacchiere con Katie Couric per l'edizione notturna di CBS News.
Letterman s'è incazzaaaaato... però, siccome non è Marzullo, non se l'è presa col truccatore tirandogli addosso il fard, ma con John McCain. Di fronte alla telecamera.
Qui il racconto nel caso, cara tivvù, tu sia English-impaired.
Eccheccazz, manco quello vuoi leggere!
Evabbè. In breve: l'ha massacrato.
Perché, cara tivù italiana, lì nella Merica, quando un candidato si lamenta che lastampacomunista non parla/parla male di lui, riceve in risposta sonore pernacchie: "C'è una crisi, se non se ne fosse accorto". Tu gli prepari i panini.
Insomma, cara tivù italiana. Io non è che ti dico che mo' Marzullo deve finirla di fare domande idiote. O che Vespa deve cominciare a fare domande non compiacenti. Non pretendo mica la Merica.
Mi basterebbe, chessò, che magari quando si piega a 90° per una seduta di ass-kissing, almeno la smettesse di far finta che gli piace.
Ecco, sarebbe un passo avanti.
Poi, insomma, fa' come vuoi. Tanto col cazzo che ti guardo più.
25.9.08
Cara tivù italiana
Pubblicato da Paola alle ore 09:30 3 commenti
10.9.08
Rubare le parole dalla tastiera
Ah, per inciso, il mio post di oggi l'ha scritto In minoranza.
Pubblicato da Paola alle ore 13:04 0 commenti
Oggi mi sento un po' così
... la Jennifer Aniston della ricerca di lavoro.
(sì, linkare il Sun è indice dello stato di scoraggiamento)
Pubblicato da Paola alle ore 11:11 0 commenti
4.9.08
Grandi speranze
Tra me e il mio tabaccaio c'è una tacita intesa.
Io so che lui parla perfettamente inglese, e lui sa che il mio nederlandese è un gradino sopra a quello del paffuto e biondo nano bavoso che attende con la sua mamma sbuffante che io finisca il mio ignobile teatrino.
Lui sa, ma mai una parola in inglese è stata scambiata tra di noi.
Lui sa, ma regge la parte, con la pazienza e la tenacia del bimbo batavo che tura la diga col ditino.
E a lui mi rivolgo fiduciosa per il mio mini-corso di conversazione nederlandese.
Mi fa ripetere tre volte la domanda, mi chiede se la mia strippenkaart la voglio "grote" o "kleine" (grote, grote, crepi l'avarizia!), se il mio tabacco lo voglio "groen", e poi mi ripete per altre tre volte il prezzo totale, così ripasso i numeri sopra il 20 che me li dimentico sempre. E poi mi cambia sempre i saluti. Hello, hoi, goedemorgen, goedenavond, dag, doeg, tot ziens.
La signora Montessori creperebbe dall'invidia vedendo il mio tabaccaio all'opera.
Se per caso la moglie o la madre mi intercettano prima, si inserisce nell'improvvisata pièce di Ionesco anche se sta servendo qualcun altro. Il mio tabaccaio ha ben chiara l'importanza del suo mandato.
E il mio tabaccaio ha grandi speranze riposte in me. L'altro giorno entro di corsa mentre il rovescione d'acqua, tanto improvviso quanto tipico di queste lande, si abbatte dal cielo. E il mio tabaccaio, ridendo, mi rivolge il corrispettivo di uno small talk inglese sul tempo, della durata di almeno 30 secondi. Guardo il mio tabaccaio, dilaniata tra la commozione per l'onore dell'upgrade e la frustrazione di non aver capito praticamente un cazzo. E, senza dire una parola, leggo nei suoi occhi sorridenti una paterna ed empatica comprensione. "Un giorno" dicono i suoi occhi "un giorno parleremo della pioggia olandese... del mercato che è stato spostato per i lavori di riasfaltamento... del prezzo assurdo delle bollette Nuon... e quel giorno sarà bellissimo... nel frattempo..."
- Wat kan ik voor je doen?
- Eine Een* grote strippenkaart, alstublieft!
*: E comunque non c'è pericolo che mi scambino per tedesca, no.
Pubblicato da Paola alle ore 12:30 5 commenti
1.9.08
Segnalazioni
Molto di corsa, e neppure troppo fresche.
La prima riguarda la frase più infelice dell'anno.
Se c'è una cosa che ho sempre odiato è la "reductio ad usum sondaggi", quella mania di semplificare che fa sì che chiunque possa farsi carico del complesso lavoro del giudicare con una battuta, alla faccia della complessità e della stratificata natura delle cose. Certe dichiarazioni però mi fanno pensare che unirsi ai semplificatori può essere cosa buona e giusta, soprattutto se serve a descrivere Michael Moore con un'unica parola: imbecille. Del resto a lui sono occorsi 5 secondi (vd. dal minuto 1) per qualificarsi come tale.
La seconda è un blog che mi sta facendo molto ridere: Blognigger.com. E di ridere qui si ha estremo bisogno.
La terza è la realizzazione (non so quanto consolante) che la sindrome di Tafazzi è un problema mondiale con cui si spera gli Usa non debbano scontrarsi al momento delle prossime elezioni. Nel Daily Show di qualche giorno fa, John Oliver propone un reportage sui supporter di Hillary Clinton "che si sentono traditi" dalla candidatura di Obama e che hanno deciso di votare McCain. Il video raggiunge picchi di ilarità assoluta, da non perdere.
Pubblicato da Paola alle ore 12:16 0 commenti