7.11.07

While my ciaramella gently weeps

No, non ho cambiato idea sul blog. È che ho un'agenda sociale pienissima e fittissima di momenti adrenalinici, tipo la riabilitazione propriocettiva o l'incontro dall'avvocato, e in mezzo fulminei spostamenti alla mirabolante velocità di 2 km orari -- 1 se sto sugli autobus.
Le ore passate sull'autobus, del resto, mi permettono di tenermi al corrente sui fatti del giorno. Del tipo: signora riceve telefonata dal figlio preoccupatissimo che la invita a tornare a casa di corsa perché i rumeni ammazzano le italiane; la telefonata avviene in pieno pomeriggio, nell'inquietante cornice del pericolosissimo quartiere Prati.

Insomma, faccio cose, vedo gente e tento stoicamente di ignorare il momento di emergenza storica, chiedendo a chiunque mi attacchi la pippa sui romeni: "Ma gli albanesi, nel frattempo, sono diventati tutti buoni?" (non ho ancora ricevuto risposta, per la cronaca). Ignorare stoicamente il momento di emergenza storica richiede però di mantenersi a debita distanza da qualunque fonte di informazione e far finta di vivere in un mondo senza tempo. Devo dire che sono facilitata nel compito da una routine quasi mortifera (grazie al pusher di divx in caso stesse leggendo: ti devo un'overdose di Weeds!), e da progetti a media scadenza che mi vedono felicemente al di fuori dei patri confini (evvai!).

Insomma, il meccanismo di rimozione funziona così bene che quando oggi pomeriggio ho sentito suonare per strada le zampogne, per un solo meraviglioso attimo ho creduto di aver sfangato ben due mesi di puttanate mediatiche (se si esclude l'intervento di Uòlter alla televisione romena, su cui sono sbadatamente incappata accendendo la TV nei fumi del sonno). E invece era solo una settimana che non aggiornavo il blog.

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