27.7.03

L'insostenibile lunghezza nell'etere

Ci son cose che nella vita fanno roteare le palle. Una di queste è sentir parlar male di Ellroy, soprattutto di American Tabloid.

Ecco, leggere - invece - riguardo al film L.A. Confidential di Curtis Hanson, tratto dall'omonimo romanzo di Ellroy, che "Gran parte del merito del successo del film sta nella splendida sceneggiatura, curata dallo stesso regista Curtis Hanson insieme a Bryan Helgeland. I due sono riusciti a tirar fuori da un libro lunghissimo e molto confusionario ("L.A. Confidential", scritto da James Ellroy, ben 510 pagine!), una storia molto lineare e intrigante al punto giusto", leggere ciò, dicevo, va oltre le possibilità umane di trattenere gli istinti omicidi. Un po' come quando Bud White si trasforma nell'incredibile Hulk perché gli toccano (metaforicamente o meno) una donna.

Ora, passi il "confusionario" (passi un par di meloni, ma altrimenti non mi funziona il climax), passi anche il fatto che la signora Bernardini non si è neanche premurata di indagare sulla sottile trama di interdipendenze che legano quel 'confusionario' di Ellroy e quel 'bravissimo sceneggiatore' di Hanson (vd. Corpi da reato, racconto Ragazzacci a Tinseltown), passi che una storia deve essere "lineare" (rivogliamo le illustrazioni!).

Ma quello che non passa è quel "ben 510 pagine".

Io so, immagino, spero, che quel rafforzativo sia stato utilizzato non già per deplorare la lunghezza di un libro, quanto piuttosto per esaltare il lavoro di sceneggiatura (che, lo dico qui, taglia via, per forza di cose, tutti gli intrecci più morbosamente inquietanti del libro - come togliere i contrafforti a una chiesa gotica), ma consiglio alla signora Bernardini di allenarsi un po' con l'italiano, perché quel rafforzativo lì, per come è messo, sembra dire "Ah riga'! Ma chiccacchio ja fa' a leggesse 'n libro de sci-nque-scen-to-die-sci-pa-ggi-ne!".

Qui la recensione completa. E' vecchia, ma le palle mulinano uguale.

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