Io con la Francia ho un rapporto schifosamente interessato.
Ci ho vissuto e studiato anni fa, ma solo perché all'epoca mi serviva imparare il francese (e perché varcare i confini italici era già una necessità); non me ne sono mai innamorata, non le sono mai stata grata. Ci vivo adesso, ma già penso al distacco, che non credo sarà dolorosissimo. Le riconosco i pregi del caso, questo sì. Che non si limitano alla bontà del latte, lo ammetto.
Però quando sento le giaculatorie su quanto è fica, quanto è bella, come funziona bene, che ganze le 35 ore, evviva il socialismo francese, di solito mi acchiappa un po' di sconforto.
Forse perché vedo le tante, troppe somiglianze con l'Italia.
Tipo che sindaco socialista di Lione si rifiuta di concedere un servizio di accoglienza minimo per gli scolari richiesto da un municipio (vinto dall'Ump) in vista di uno sciopero generale degli insegnanti. Servizio di accoglienza minimo che l'Ump locale ha deciso di organizzare da sé: chiaramente non ci sarà attività didattica, ma almeno le mamme che non hanno permessi (eh, i precari stanno pure qui), quelle che abitano nelle case popolari della zona, non devono svenarsi per trovare alternative all'abbandono di minore. Servizio previsto pure dal sindaco di Marsiglia, guardanpo', Ump pure lui.
Mi guardo bene dall'entrare nel merito di due ordini di problemi: come le nostre "sinistre" non si facciano scrupolo alcuno di scaricare gran parte del costo economico e sociale di uno sciopero su una delle categorie più deboli (donne ai margini della società) mentre magari ancora inneggiano al proletariato, e di come la Francia del sud sia, così come l'Italia, ancora intrisa e imbevuta del peggior maschilismo possibile: quello che il ruolo delle donne neanche lo vede. De hoc satis, sennò rischio il travaso di bile.
L'unico altro punto che voglio toccare, assai meno pericoloso per il mio fegato, è una sola e semplice domanda: di chi si ricorderanno gli elettori, al momento di tornare alle urne? Del volenteroso Ump che gli garantisce un minimo di servizio, o del proletaristicamente corretto Ps che ha curato gli interessi della gilda di turno mica a scapito dei padroni, ma a scapito delle famiglie più povere? Non è che magari è il caso di riformulare lo strumento "sciopero" in modo che vada a colpire veri interessi, e non servizi basilari? Ah, no, certo, stiamo ancora appianando le divergenze tra maoisti e anarco-sindacalisti, capisco. Fate pure con calma, non c'è fretta alcuna. La storia italiana insegna.
(per quanto riguarda le recenti derive italiane, mi pare che restodelmondo riassuma il mio punto di vista meglio di quanto potrei fare nel mio stato attuale, equamente distribuito tra disprezzo e rassegnazione)
16.5.08
Poi dice: "Ma che ho perso davvero?"
Pubblicato da Paola alle ore 09:14
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