Non che l'idea che sia la magistratura a instillare un po' di sale in zucca alla gente mi arrida, ma la richiesta del procuratore generale di Napoli di mettere sotto inchiesta il portantino chiacchierino, nell'ambito delle indagini su quell'agghiacciante caso di aborto criminalizzato, è stata una specie di boccata d'aria fresca:
[...] chi ha sbagliato davvero nella vicenda culminata nell´intervento delle forze dell´ordine al Nuovo Policlinico, è stato il portantino Ciro De Vivo, vale a dire l´autore della telefonata al 112 nella quale si segnalava la presenza di una donna nel bagno del reparto di Ostetricia intenta a «consumare un infanticidio».Ora, se si potesse estendere l'accusa di calunnia nei confronti del genere femminile a tutti quei benaltristi pro-life, e se al portantino chiacchierino venisse inflitta una bella condanna, con un salato multone di svariate decine di migliaia di euro, potrei considerarmi quasi (quasi) soddisfatta.
Quella telefonata, scrive il pg nella relazione trasmessa al Consiglio superiore della magistratura, era «mendace» e il portantino deve essere messo sotto inchiesta per i reati di calunnia e violazione dell´articolo 21 della legge 194, vale a dire la norma che punisce chi, essendone venuto a conoscenza per ragioni di professione, rivela l´identità di una donna che si è sottoposta a un´interruzione volontaria di gravidanza.(da Repubblica Napoli, 21-03-2008, il testo dell'articolo è su Napolionline)
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