20.10.03

E per oggi, per ieri, ma soprattutto per domani, va così

(come tentare di raccontarsela in un post diaristermetautoreferenziale che capiranno in cinque, e a cui io di norma sarei politicamente contraria, se non fossi proprio tantotantotanto abbacchiata)

Ciao, mio ciccione baffuto. Per un attimo ho cullato la speranza di essere io quella che ti avrebbe presentato in società. E' morta di qualche mese, gracilina e malaticcia, ma pur sempre sgambettante. Uno dovrebbe fidarsi dello stomaco, quando parla. E quando è successo, mesi fa, l'ha fatto chiudendosi in un groppo, infiocchettandosi come un culatello. Come a dire: "Abbella, ma 'nte starai a allarga'?". Ho impiegato quattro mesi a convincermi che la voce era quella infida e querula dell'autostima – con tutte le delizie con cui la nutro potrebbe dimostrarsi riconoscente, la stronza; invece è solita farmi questi scherzetti. Ma stavolta no, era proprio lo stomaco a sentenziare, forte e chiaro. Te sei allargata, t'è arrivato il pizzone. Ciao ciccione baffuto, è stato bello averti solo per me per un po', facendoti parlare in un'altra lingua, e con le parole che avevo scelto per te. Ora dovrò sentirti parlare con quelle altrui, e spero di avere fairplay sufficiente da trovarle spettacolari come le tue. O da evitare di compiere omicidi in caso non lo siano.

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